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Orecchini Pesci tropicali in Argento 925 e Zirconi

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Il Pesce in greco si dice IXTHYC (ichtùs). Disposte verticalmente, le lettere di questa parola formano un acròstico: Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. il pesce, essendo un animale che vive sott’acqua senza annegare, simboleggiava il Cristo, che può entrare nella morte restando vivo.

Quando erano minacciati dai Romani, nei primi secoli dopo Cristo, i Cristiani marcavano posti di riunioni e tombe con il classico segno del pesce e lo usavano anche per distinguere gli amici dai nemici. Secondo una storia antica, quando un cristiano incontrava uno straniero per la strada, il Cristiano tracciava un arco per terra e se lo straniero completava il disegno con un arco opposto, si identificava anche lui come Cristiano.

Ancora prima dei cristiani, greciromani e altri pagani usavano il simbolo del pesce, perciò questo simbolo attraeva poco sospetto, facendo del segno del pesce un perfetto simbolo segreto per i credenti perseguitati. Dunque i primi cristiani ne fecero un uso prevalentemente di convenienza. Il pesce però aveva anche tanti toni teologici, perché Gesù sfamò 5000 persone con 2 pesci e 5 pani. Gesù inoltre chiamò i suoi discepoli “pescatori di uomini”.

Un’interpretazione ulteriore deriva dalle determinazioni astrologiche proprie dell’era dei pesci. La congiunzione tra il pianeta Giove e il pianeta Saturno ebbe luogo nell’anno 7 A.c (probabilmente il vero anno della nascita di Cristo) per 3 volte nel segno zodiacale dei Pesci; inoltre, anche l’equinozio di primavera cade in questo segno.

Si volle quindi vedere in Gesù la prima incarnazione dell’età del mondo posta sotto il segno dei Pesci.

In riferimento all’Ichtys, le persone da poco convertite al Cristianesimo erano definite “pesciculi” e il pesce stesso veniva considerato, insieme al pane, come il simbolo del pasto divino. La speculazione cristiana richiamò l’attenzione sul fatto che, come durante il diluvio universale i pesci non erano stati colpiti dalla maledizione di Dio, così i cristiani grazie al battesimo sarebbero diventati simili ai pesci.

Il pesce fra gli Otto Simboli del buon auspicio tibetani

Gli Otto Simboli di Buon Auspicio, chiamati anche Otto Preziosi Simboli, costituiscono uno dei più antichi e conosciuti gruppi di simboli della cultura tibetana. Sono presenti già a partire dai testi canonici del Buddhismo Indiano, cioè nei testi redatti in pali e in sanscrito. Si tratta di oggetti, animali o piante che servivano da oggetti rituali o che comunque venivano identificati come segni di prestigio. Da sempre utilizzati nelle cerimonie tradizionali e nelle occasioni speciali, hanno assunto nel corso dei secoli un’importanza sempre maggiore.

Gli otto simboli di buon augurio si trovano spesso ripetuti sulle kate (la sciarpa tibetana di buon auspicio e benedizione), vessilli, arazzi, tangka, bandiere, braccialetti, collane e incisi sugli oggetti più disparati. Possono inoltre decorare muri e travi, il lati dei troni e molti altri oggetti sia di uso religioso che profano. Vengono inoltre tracciati sul terreno con polvere bianca quando è previsto il passaggio di qualche importante personalità religiosa o civile.

pesci d’oro (in sanscrito suvarnamatsya, in tibetano gser-nya) sono un simbolo religioso usato fin dai tempi antichi. Originariamente in India si rappresentavano i fiumi sacri del Gange e dello Yamuna con dei pesci. I due pesci sono paralleli e si fronteggiano verticalmente o si incrociano leggermente.

I pesci rappresentano il superamento di tutti gli ostacoli, la vittoria su tutte le sofferenze e il raggiungimento della liberazione, liberi nell’avere acquisito la consapevolezza della natura ultima, così come i pesci nuotano liberi nell’acqua per loro propria natura.

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