Orecchini Coniglio con Carota in Argento 925
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Il termine “coniglio” è in realtà piuttosto generico. Identifica infatti sette generi (Brachylagus,Bunolagus, Caprolagus, Nesolagus, Orycatolagus, Pentalagus,, Poelagus, Pronolagus, Romerolagus, Sylvilagus) appartenenti alla famiglia dei Leporidi, ordine Lagomorfi. A quest’ultimo appartengono la famiglia degli Ochotonidi (di cui fanno parte i pica) e quella dei Leporidi, che raccoglie lepri e conigli. L’unica specie a essere stata domesticata è l’Oryctolagus cuniculus o coniglio europeo. Sul quando sia stata domesticata restano però ancora alcuni dubbi. Secondo studio pubblicato nel 2018 sulla rivista Trends in Ecology and Evolution, l’opinione diffusa che le origini domestiche del coniglio risalgano al 600 d.C. non è supportata documenti storici, dai reperti archeologici né dai risultati delle indagini genetiche.
Questo animale sembra essere una delle specie domesticate più di recente. «È probabilmente per questa ragione che il coniglio ha mantenuto molto della sua indole selvatica», spiega a OggiScienza Dario d’Ovidio, veterinario che si occupa di animali da compagnia non convenzionali e specializzato in medicina dei piccoli mammiferi tramite lo European College of Zoological Medicine.
In natura il coniglio europeo è essenzialmente un animale preda, ottimo pasto per un gran numero di predatori dai rapaci ai gradi carnivori. È, inoltre, l’unico leporide sociale. Come spiega un articolo del 2016, forma con i suoi consimili ampi gruppi, delimitati territorialmente (le “conigliere”), con un maschio dominante e diverse femmine e maschi subordinati; la gerarchia è strettamente lineare sia tra i maschi che tra le femmine. La socialità e la natura di preda del coniglio sono due aspetti essenziali da considerare quando si sceglie di accoglierne uno in casa, perché è proprio sulla base di queste caratteristiche etologiche che si può impostare la corretta gestione dell’animale.
In due è meglio… ma con alcuni accorgimenti
«È altamente consigliabile accogliere almeno una coppia di conigli. In compagnia i conigli giocano, si rincorrono e soddisfano tutte le più importanti esigenze etologiche; ciò contribuisce a mantenerli attivi e previene le patologie legate alla sedentarietà», spiega d’Ovidio. «Le coppie ideali sono quelle maschio-femmina oppure femmina-femmina sebbene, a seconda dei casi, possano andare d’accordo anche due maschi: l’interazione è sempre tutta da valutare in base alla personalità e alle esperienze dei diversi individui. Inoltre, è importante prendere conigli dallo stesso gruppo sociale, meglio ancora se della stessa famiglia». I conigli cresciuti insieme, infatti, hanno maggiori probabilità di andare d’accordo, mentre possono dimostrarsi molto aggressivi con i nuovi individui e i morsi, in caso di lotta, causano ferite anche gravi.
«Bisogna fare molta attenzione quando s’introduce un nuovo coniglio in una casa che già ne ospita uno (o più di uno). L’inserimento dev’essere cauto: i primi incontri con il nuovo arrivato devono avvenire in un territorio neutro, lontano da quello normalmente abitato dal “primo arrivato” della casa. È bene inoltre evitare il contatto diretto, lasciando che i conigli si conoscano attraverso, ad esempio, un recinto o gabbie separate e allontanandoli l’uno dall’altro al primo segno di ostilità; le interazioni amichevoli possono essere incoraggiate con il rinforzo positivo e cercando di creare situazioni piacevoli in cui i due individui possano interagire e abituarsi alla reciproca presenza, ad esempio mettendo l’uno accanto all’altro e accarezzandoli», continua il veterinario. «Ma il processo d’inserimento non può essere pensato come immediato. Deve invece avvenire gradualmente e può richiedere settimane o anche mesi; inoltre, non è detto che vada a buon fine».
La caratteristica territorialità dei conigli si mantiene spesso anche negli individui sterilizzati o castrati, soprattutto nelle femmine, perché si tratta di un comportamento che deriva dalla difesa del nido. La sterilizzazione o castrazione restano comunque fondamentali sia per prevenire la riproduzione di una specie notoriamente molto fertile sia per prevenire la territorialità strettamente legata al comportamento riproduttivo. «Non diversamente da quanto avviene ad esempio nel cane, la gonadectomia elimina gli effetti degli ormoni sessuali, ma molto del comportamento dipende comunque dall’indole e dalle abitudini del singolo coniglio. Resta una pratica assolutamente consigliata, che dev’essere effettuata al raggiungimento della maturità sessuale, tra i sei e gli otto mesi d’età, per prevenire le cucciolate e alcune malattie dell’apparato riproduttore. Le femmine di coniglio, in particolare, hanno un ciclo ormonale importante e sono facilmente soggette a tumori dell’utero», spiega d’Ovidio.
E con gli altri animali?
«Molti si stupiscono che il coniglio sia in grado di creare legami molto forti con le persone, ma questo rispecchia la sua indole sociale: cerca l’interazione. Soprattutto in assenza di un conspecifico, i conigli cercano attivamente l’interazione con il proprietario e gli altri membri della famiglia, compresi se presenti gli altri animali domestici», continua il veterinario. Naturalmente, molto dipende dall’indole del singolo individuo e da quali altri animali vivono in casa.
«La letteratura in materia è ancora scarsa, ma in termini di esperienza personale posso dire che i conigli si possono rapportare molto bene con i gatti, mentre l’interazione con i cani può essere difficile se il cane è grande e irruento». Sconsigliata, inoltre, la convivenza con il furetto, che è stato selezionato proprio per la caccia al coniglio.
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